mercoledì 27 aprile 2016

Recensione Nanofull Caravannano

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Devo dirvi la verità, sono sempre stato un pò scettico sulle nanotecnologie e sulla loro resa a causa del costo abbastanza alto delle varie aziende. In questo caso Caravannano mi ha stupito con un prodotto "a 360°" ed accessibile a tutti. Nanofull si è comportato egregiamente sulle 3 superfici di prova, ma ho intenzione di testarlo più a fondo per capire fino a dove si spingono le potenzialità di questo prodotto.
Il Nanofull si presenta come una crema da applicare in piccola quantità su una spugna dal lato non abrasivo per poi andare a massaggiare il supporto (dopo averlo inumidito) finchè le macchie non vanno via. Infatti la specialità del nanofull è quella di non agire chimicamente sciogliendo lo sporco, ma di sollevare lo sporco ponendosi sul piano tra quest'ultimo e la superficie grazie alle sue microparticelle nanotecnologiche. In questo modo noi tramite azione meccanica della spugna dal lato non abrasivo andiamo a rimuovere ogni tipo di sporco che si pone sulla superficie. Per questo motivo Nanofull è adatto a tutte le superfici, anche le più delicate, perchè grazie alla sua formula la superficie non viene intaccata da solventi chimici causando l'aumento delle porosità che ho discusso in questo articolo.
Inoltre è 100% biodegradabile, per cui è perfettamente applicabile anche all'ormeggio.

Nelle prossime prove Nanofull verrà  testato su tessuti, legno e superfici con ruggine e vedremo come si comporta!
Caravannano ha pensato anche ad un protettore nanotecnologico che consente di proteggere le superfici dure (vtr, gelcoat, vetri, acciai) fino a 6 mesi, il tutto sempre ad un prezzo accessibile a tutti. In attesa delle prossime prove, non posso non invitarvi a dare uno sguardo al sito Caravannano.

Vantaggi
-Prezzo accessibile per nanotecnologie
-Applicabile su tutte le superfici
-Non intacca le superfici sulle quali è applicato

 Svantaggi
- Bisogna lavorare manualmente per pulire, sulle grandi imbarcazioni il primo trattamento può diventare scomodo ed impiegare molto tempo per concludere il lavoro a mano, meglio usare un'orbitale con tampone morbido a bassi giri per velocizzare il tutto e poi applicare la protezione per il futuro

domenica 24 aprile 2016

Recensione Dulcleaner Italiamarine




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Dulcleaner è un detergente universale che si presenta nel formato liquido. Ha un ampio raggio di azione in quanto può essere utilizzato praticamente su tutte le superfici di bordo. Ho preferito provarlo su un parabordo poichè le condizioni erano tra le più complesse da trattare. La modalità d'uso è tra le più semplici: basta spruzzare il prodotto sulla superficie e in pochi istanti si nota già l'azione, quindi basta strofinare con una spugna abrasiva (consiglio la scotch brite che è la migliore sul mercato) e vediamo già che le macchie vanno via. Se dovessero rimanere macchie (come nel mio caso) possiamo procedere con un secondo trattamento.
Il prodotto può essere utilizzato puro o diluito in acqua a seconda delle esigenze.

Conclusioni
Durante le mie prove il Dulcleaner si è comportato egregiamente rimuovendo praticamente tutti i tipi di sporco, ad eccezione della ruggine e della muffa. Fortunatamente l'azienda ha provveduto a colmare queste lacune con una vasta gamma di prodotti adatti a tutte le superfici e macchie, che provvederò ad analizzare.
Rientra nei detergenti adatti per l'uso all'ormeggio in quanto è conforme alla legge essendo biodegradabile al 90%.

Vantaggi:                                                                                                  
-Ampio raggio di azione                                                                             
-Facilità d'uso                                                                                            -Concentrato                                                                                               
-Agisce rapidamente                                                                                  

Svantaggi:
-Su ampie superfici si rischia un consumo eccessivo di prodotto, meglio diluirlo al 50%

Prima                                                                                                            Dopo
  
                                                                                                    

 

                                                                                   

martedì 12 aprile 2016

Teak wonder vs Woody Ma-fra






Dopo aver analizzato i pro e i contro del teak, vediamo come trattarlo confrontando un classico della tradizione della nautica e un innovativo prodotto con azione 2 in 1. Parliamo rispettivamente del teak wonder e Woody della Ma-fra. Ma andiamo con ordine:
Il Teak wonder é un prodotto bifasico composto da un detergente pulente e uno sbiancante. Entrambe le fasi vanno applicate pure a superficie precedentemente bagnata e poi procediamo a strofinare con una spazzola a media durezza seguendo le venature del legno. Il teak wonder ha una grande efficacia se guardiamo al risultato, ma bisogna stare attenti al dosaggio di entrambe le fasi in quanto il prodotto é molto aggressivo, e  rischiamo di trovarci con una colorazione eterogenea come é successo a me nella prova.
Woody é un detergente&sbiancante 2 in 1, il che gli conferisce una comodità di applicazione e una maggior durata del flacone poiché può essere diluito in base alle necessità e alle condizioni del legno. Anch'esso va applicato a superficie precedentemente bagnata, quindi procediamo a spazzolare seguendo le venature del legno. Il prodotto è molto schiumoso se usato puro, quindi possiamo sfruttarlo per ampliare il raggio d'azione evitando sprechi di prodotto. Inoltre contiene cere che permettono una sigillatura delle venature del legno senza danneggiarlo consentendo anche una minor applicazione di olio protettivo.

  • Vantaggi Teak wonder                                              Vantaggi Woody
-Efficacia                                                                              - 2in1
-Resa immediata                                                                  - Cere protettive
-Essendo bifasico posso scegliere se attuare un               - Possibilità di diluizione                              singolo trattamento o entrambi in base allo stato             - Prezzo basso                                                  del teak e ai gusti                                                               - Rapidità di utilizzo


  •  Svantaggi Teak wonder                                              Svantaggi Woody  
-Maggior consumo di prodotto che                                        -Nelle aree più sporche
alzano il prezzo del trattamento                                               può essere necessario
-Consumi elevati di prodotto                                                   un secondo trattamento
-Aggressività, il legno va protetto                                         



Conclusioni: il teak wonder lo consiglio a chi è più esperto e riesce a dedicarsi con più calma alla propria barca per avere un risultato incontestabile.
Consiglio Woody a coloro che vogliono risparmiare sull'acquisto senza dover rinunciare a un buon risultato e stare attento a dosaggi e controindicazioni, dando anche al legno una temporanea protezione in attesa dell'olio.


#AGGIORNAMENTO 14/04/16
A due giorni dal trattamento le aree trattate si presentano così
In conclusione consiglio totalmente Woody, poichè la differenza di colore che si può notare nell'area destra è dovuta alla zona che in precedenza era maggiormente sporca (come già detto nel video), mentre nella parte sinistra dell'area trattata con woody ha assunto un colorito molto vicino al teak wonder. La differenza sta nelle condizioni "al tatto" del legno. L'area trattata con woody si presenta molto più liscia al tatto, mentre il teak wonder ha seccato molto il teak, per cui quell'area necessita al più presto di un trattamento nutriente con olio.

venerdì 8 aprile 2016

L'importanza dei detergenti adatti

Ammettiamolo! Chi di noi diportisti non ha mai provato a rimuovere quella macchia che rimane da tempo sulla propria barca, con prodotti casalinghi e con risultati più o meno soddisfacenti? Ma attenzione, non è tutto gelcoat ciò che è bianco. Se in un primo momento la macchia va via e siamo soddisfatti del risultato, spesso non siamo altrettanto sicuri dell'effetto che il nostro detergente abbia avuto sul supporto trattato. Attraverso questo gesto ripetuto
 inconsapevole, mettiamo a rischio la durata e l'estetica delle nostre superfici di bordo, col rischio di dover anticipare il refitting del nostro mezzo. Faccio l'esempio della mia coperta in gelcoat. Usando detergenti non idonei per il nostro supporto, non facciamo altro che aggredire la superficie, rimuovendo in quel determinato punto, oltre alla macchia, anche uno strato superficiale di gelcoat. Per esperienza personale, posso dire che se un detergente rimuove una macchia ostinata in un determinato punto, lo userò anche su tutta la coperta prendendo due piccioni con una fava (la spesa è stata minima e la mia coperta è finalmente bianca). Purtroppo l'effetto "pulito" dura poco, e quindi dopo qualche settimana andrò nuovamente a trattare la mia coperta con lo stesso detergente che mi aveva soddisfatto. In questo modo creo un circolo vizioso, poichè l'usura che io genero con la "pulizia" è la causa stessa dell'aumentato sporco che si crea sulla coperta con maggior velocità. Infatti l'uso ripetuto di prodotti aggressivi e non idoeni alla superficie trattata  mi causa l'allargamento dei pori superficiali, nei quali a lungo andare si accumula lo sporco con maggior facilità. Il risultato conclusivo sarà il ritrovarsi la propria coperta "sfarinata", con quell'effetto opaco che tende velocemente a ingiallire.
Ho fatto l'esempio della coperta in gelcoat, ma un discorso analogo può essere fatto sul legno. Se per pulire il teak (che si macchia facilmente - leggi l'articolo) uso uno sgrassante casalingo aggressivo come lo chanteclair universale, che è un ottimo prodotto per la casa, rischio di consumare quell'area di teak e, ancor più grave, di sciogliere i comenti. La conseguenza è che per rimuovere una semplice macchia che era soltanto antiestetica, e per risparmiare pochi euro sul detergente, mi ritrovo con i comenti del mio rivestimento che iniziano a sollevarsi e a incollarsi sui costumi rendendoli inutilizzabili, ancor di più sotto le piante dei piedi o sotto le scarpe (per chi le usa a bordo e fa male). E così, oltre a dover rifare i comenti (per la gioia degli operatori del settore), mi ritrovo
sul resto della coperta, macchie di collanti che sono rimasti sotto i miei piedi e che imprimo ad ogni passo.   In questo modo sono costretto a cercare un ulteriore  prodotto per pulire la coperta da questi collanti, ritrovandomi  al punto di partenza.
Questi sopra descritti sono due esempi di cui ho avuto esperienza diretta, per cui consiglio a di tenere presente i rischi connessi all'utilizzo di prodotti generici, poiché i prodotti specifici per le superfici sono studiati e testati per agire senza rovinare le stesse, per cui attenetevi alle procedure descritte su ogni flacone per avere una risultato efficacee soddisfacente. Inoltre in base alle normative vigenti nella nautica, i detergenti nautici devo avere una percentuale di biodegradabilità che superi  il 90%.  Agendo in questo modo,rispetteremo l'ambiente in cui viviamo e avremo la nostra barca pulita come piace a noi.
P.S. Qualunque sistema sceglierete,si raccomanda di usare le dovute precauzioni per la tutela degli occhi,delle vie respiratorie nonchè della pelle.
Molti prodotti saranno recensiti in questo blog, e qualora aveste dubbi riguardo l'uso di un prodotto o per un semplice consiglio,confronto e quant'altro, potete  consultare la sezione -I vostri dubbi- o inviarmi una mail. Invito tutti i miei lettori interessati a partecipare ai sondaggi presenti sulla home page.

lunedì 4 aprile 2016

Teak: pro e contro

In questo articolo darò la mia opinione su quello che per molti é croce e delizia della propria barca: Il teak.
Il teak é un legno duro, le cui proprietà lo rendono particolarmente idoneo alla nautica e alla vita di bordo. Ma se da un lato abbiamo la resa estetica, la qualità e la durevolezza, dall'altro abbiamo un legno che (come quasi tutti i legni duri) tende ad assorbire ciò che gli viene dato. E parlo dell'olio che viene passato periodicamente, ma anche di caffè, olio, crema solare, e tutte ciò che é a rischio cadute nella permanenza a bordo. Infatti per chi lo ha a bordo non è una novità dover correre ai ripari in breve tempo con prodotti idonei alla pulizia in caso di macchie accidentali. Inoltre il legno se non trattato tende a difendersi dai raggi UV scolorendo e assumendo quel tipico colore grigio. A questo problema ci viene incontro l'industria chimica con detergenti per teak che vengono usati con cadenza regolare per ridonare il colore originale al legno, ma non bastano se volete far durare a lungo il vostro decking, perché il teak ha bisogno di essere nutrito con un olio idoneo. Infatti i detergenti(generalmente é un kit bifasico formato da detergente+sbiancante, ma in commercio si trovano anche prodotti 2in1, che poi recensirò) per quanto specifici, risultano sempre un po' aggressivi. Se non nutriamo il legno dopo l'uso dei detergenti aumenta la velocitá di disidratazione con il rischio di trovarci aree spaccate irreparabili o che ci obbligano alla carteggiatura. Seguite scrupolosamente le linee guida e i passaggi forniti con i prodotti con le dovute precauzioni, altrimenti rischiate di trovare aree più scolorite e altre meno, o addirittura macchie indelebili.
Ovviamente bisogna anche valutare il costo, poiché i prezzi di installazione sono estremamente variabili, dai 600€/mq con picchi fino ai 1200€/mq  poiché va lavorato con doghe e listelli che devono essere adattati per tutte le forme che abbiamo a bordo. Questi prezzi sono riferiti al teak massello, perché in commercio si trovano delle varianti di legno meno pregiati come l'iroko o l'okumé, per cui fate attenzione quando vi parlano di un eventuale legno da installare, perché un prezzo troppo basso rispetto al mercato può essere indice di qualità inferiore e quindi minor resa nel tempo. Un'altra opzione davanti alla quale potreste trovarvi é il laminato di teak, ossia una "sfoglia" di teak incollata su una base di altro legno di minor qualità, con il rischio che qualora doveste carteggiarlo il teak va via e vi ritrovate con un pannello di legno con schegge e/o tracce di colla come calpestio.

I detergenti e protettivi per il teak meritano un discorso a parte poiché ce ne sono svariati e verranno analizzati in dettaglio

-In sintesi

Pro:
• Bello esteticamente
• Durevole nel tempo
• Resiste alle intemperie

Contro:
• Costi elevati
• Macchiabile facilmente
• Necessita di cura e manutenzione  costanti

sabato 2 aprile 2016

Ripristinare la vetroresina/gelcoat in 4 fasi

Premessa: Il seguente articolo ha il semplice scopo di fornire  alcune linee- guida per la pulizia della vetroresina/gelcoat dopo la sosta invernale.
Attenersi rigorosamente alle modalità d'uso fornite unitamente ai prodotti o affidarsi a un professionista con esperienza, se non si è sicuri di saper effettuare  determinate operazioni. Utilizzare guanti, protezioni per gli occhi e tutte le precauzioni del caso se si usano detergenti aggressivi o dannosi per l'organismo. Tenere i prodotti lontano dalla portata dei bambini.


Una delle domande più frequenti che mi vengono poste in questo periodo dell'anno è :
"Come posso pulire la vetroresina dopo la sosta invernale?"
Generalmente gran parte delle barche vengono coperte con un telone o lasciate al chiuso in rimessaggio, cercando di prevenire le macchie e i danni causati dalle intemperie, ma in ogni caso necessitano di una "rinfrescata". Nel caso della vetroresina/gelcoat della coperta il primo passo da effettuare consiste nel rimuovere ogni traccia di polvere, residui lasciati da eventuali piante nei dintorni e acqua stagnante causata da umidità/pioggia, con un potente aspiratore che consenta l'aspirazione di solidi e liquidi (assicuratevi che nella descrizione sia segnato "aspira solidi-liquidi" poichè molti prodotti consentono di aspirare solo gocce e non quantità più grandi di liquido, col rischio di effettuare una spesa inutile e trovarsi con un aspirapolvere da buttare dopo il primo uso). In questo modo possiamo aspirare tutto ciò che si troverebbe a essere trasportato con l'uso dei detergenti e che ritroveremmo in breve tempo sulla nostra superficie una volta finito il risciacquo, dando continuamente l'effetto di una pulizia non approfondita.
Il secondo step è quello di procedere alla pulizia vera e propria con uno spazzolone a setole rigide e un buon detergente sgrassante leggermente schiumoso in modo da poter rimuovere il 90% delle macchie principali, come le tracce nere causate dalle intemperie, grasso lasciato da eventuali lavori effettuati a bordo o deiezioni di animali. E' buona norma lavare la propria imbarcazione dall'alto verso il basso, in modo da non dover ripulire un'area trattata precedentemente sprecando detergente, tempo e fatica. Una volta strofinata per bene la superficie possiamo procedere al primo risciacquo, che ci permette di controllare le condizioni della nostra barca dopo la prima mano. Se notiamo che alcune macchie sono state solo parzialmente rimosse procederemo ad una seconda passata in quell'area (se è piccola possiamo usare anche una spugna abrasiva tipo scotch brite), altrimenti possiamo passare alla terza fase: rimuovere le tracce di ruggine. E' inevitabile trovare colature di ruggine intorno a un canale di scolo o intorno a punti di acciaio che abbiamo a bordo, soprattutto se l'area in questione è stata lasciata all'aperto e alle intemperie. In questo caso consiglio di usare un prodotto specifico per rimuovere la ruggine dal gelcoat/vetroresina in modo da poter risparmiare tempo e fatica (rimuovere la ruggine richiederebbe molto olio di gomito senza grandi risultati). Una volta rimossa anche la ruggine, finalmente abbiamo la nostra superficie "bianca", ma non è raro trovarsi quella patina opaca che dà la costante sensazione di sporco. Per questo motivo ci sono i detergenti brillantanti/lucidanti usati nella nostra quarta fase, che ci consentono di ridare lucentezza al nostro gelcoat eliminando lo sporco causato dalle macchie di fumo che molto spesso è la causa primaria della patina accennata poco fa. In questo modo andremo a completare il ripristino della vetroresina/gelcoat della nostra barca. Il mio consiglio conclusivo è quello di asciugare con un panno in microfibra tutta la superficie e di aspirare eventuali residui d'acqua in qualche punto, in questo modo risalterà maggiormente la brillanteza del gelcoat e sarete più soddisfatti del vostro lavoro.
Per i più esigenti c'è anche una quinta fase, l'inceratura. In commercio si trovano svariati prodotti per l'inceratura della vetroresina senza dover utilizzare lucidatrici professionali, usandoli come se fossero dei semplici detergenti (alcuni hanno bisogno di specifiche precauzioni, altri vanno lasciati asciugare da sè). Il trattamento incerante consente di proteggere maggiormente la vostra barca dai raggi solari e dalle intemperie, ritardando l'accumulo di sporco nei pori che si formano sulla superficie e formando una pellicola che respinge l'acqua e la salsedine. Trattando periodicamente la vostra barca con un prodotto incerante/protettivo preserverete le condizioni del gelcoat ritardando sempre più i costosi trattamenti di riverniciatura senza dover rinunciare alla resa estetica.




Non ho consigliato nessun prodotto in particolare poichè verranno discussi, recensiti e confrontati in altri articoli.  Qualsiasi dubbio o opinione è ben accetta.